È ormai ufficiale: l’uscita del nuovo furgone Opel Vivaro-e HYDROGEN progettato da Stellantis è una realtà imminente ed è già disponibile il primo lotto di produzione. L’assemblaggio di questi veicoli commerciali con motore a idrogeno di nuova generazione, ha luogo principalmente nello stabilimento di Sevel Nord (Francia) per poi passare alla conversione a idrogeno in Germania, a Russelsheim. Un progetto destinato e fare da apripista per tutta una serie di furgoni commerciali e veicoli per passeggeri che il gruppo Stellantis sembra avere in mente per un futuro prossimo, anche se ancora non ben precisato.
La produzione del Vivaro-e Hydrogen rappresenta l’ultimo processo di una catena di investimenti dal volume di 5,6 miliardi da parte di Stellantis, che intende passare dall’ibrido e dall’elettrico al fuel cell a idrogeno, con una prima specifica applicazione al ramo dei furgoni commerciali con motori a idrogeno.
La natura di un tale investimento non sorprende, se si tiene presente che la svolta ecologista che sta segnando l’economia mondiale al momento attuale interessa ormai anche le principali case automobilistiche: dopo l’ibrido e l’elettrico, la tecnologia a idrogeno è la più quotata e, in Francia, sta ricevendo anche adesso sovvenzioni governative di notevole entità (fino a 7 miliardi di euro per le infrastrutture necessarie all’implementazione e alla diffusione di veicoli alimentati a idrogeno sul suolo francese).
Il nuovo furgone di Stellantis
Con Opel, Stellantis debutta dunque nella produzione di veicoli commerciali a idrogeno di misura intermedia. Il debutto ha la forma concreta del nuovo furgone Vivaro-e Hydrogen: il furgone sarà per prima cosa impiegato nelle flotte commerciali dell’azienda Miele, che si occupa di produzione di elettrodomestici.
Si tratta certamente di un altro step importante nella produzione di veicoli sostenibili, capaci di coniugare la tecnologia fuel cell a idrogeno con le caratteristiche dei più classici veicoli commerciali targati Opel. Non a caso, il furgone si ispira alla classica linea Vivaro-e, potenziata dalle celle a idrogeno capaci di garantire a una batteria di 10,5 KWh ben 400 km di autonomia con un pieno. Il rifornimento, nello specifico, copre un lasso di tempo di appena 3 minuti, come quello che caratterizza un classico furgone commerciale. Quello che potrebbe rivelarsi un limite che caratterizza i veicoli commerciali elettrici (ossia i tempi di ricarica) è dunque abbondantemente superato.
Il motore può montare anche una tecnologia che può essere definita ibrida plug-in a idrogeno che, nella sua componente a combustione, permette di aumentare ulteriormente l’autonomia del veicolo, specie in accelerazione. Il tutto è accompagnato da un sistema di ricarica della batteria in frenata; l’autonomia della modalità full electric risulta aumentata di circa 50 km.
Il sistema così descritto può sembrare voluminoso, e il rischio per chiunque si approcci a un veicolo commerciale simile sembrerebbe essere quello di una minore capacità di carico dello stesso: in realtà, questo problema non si pone, poiché i serbatoi per l’idrogeno sono posti sotto i sedili anteriori, senza intaccare dunque lo spazio destinato al carico merce.
Questo espediente garantisce al furgone Vivaro-e Hydrogen la possibilità di svilupparsi in varianti più corte da 5,3 metri cubi, o lunghe, da 6 metri cubi di volume di carico, per un totale di circa 1100 kg di peso trasportabile, cosa che non sarebbe stata possibile se fossero state implementate batterie più voluminose, come quelle da 50 o 75 KWh. In sintesi, il sistema messo a punto da Stellantis per il nuovo furgone Opel a idrogeno si rivela estremamente utile soprattutto per le aziende che fanno largo uso di veicoli commerciali di medie dimensioni.

Come funziona il motore a idrogeno
Data l’importanza degli investimenti che interessano il settore dell’alimentazione a idrogeno, viene naturale interrogarsi più approfonditamente sul funzionamento di un simile meccanismo. Quando si parla di idrogeno, si parla di pura energia chimica che – nelle giuste condizioni – può produrre e alimentare energia meccanica o, in interazione con l’ossigeno, energia elettrica, che è poi la base per il funzionamento di un motore elettrico a zero emissioni.
Fra quelli ad alimentazione ad idrogeno, non esiste un’unica classe di veicoli: esistono infatti veicoli denominati HICEV (Hydrogen Internal Combustion Engine Vehicle), ossia veicoli a combustione interna alimentati a idrogeno, da un lato; dall’altro, invece, i FCEV (Fuel Cell Electric Vehicle), legati a motori elettrici.
Nel primo caso, l’idrogeno funziona come un normale carburante, andando ad alimentare un motore termico basato sulla combustione: e così avverrà la conversione di energia chimica in energia meccanica. La somiglianza di funzionamento tra motore a benzina/diesel e motore idrogeno, nel dettaglio, è tale da permettere facilmente una conversione del primo nel secondo.
Nella seconda tipologia di motore, il FCEV, all’interno di alcune celle avviene una reazione tra idrogeno e ossigeno, capace di produrre elettricità: questo è il caso del Vivaro-e Hydrogen prodotto da Opel per Stellantis. In questo caso non avviene quindi alcun tipo di combustione, riducendo dunque a zero le emissioni di anidride carbonica e di altri gas e sostanze dannose per l’atmosfera, in perfetta linea con la linea ecologista – per una decarbonizzazione della mobilità – che sta assumendo la produzione automobilistica a livello nazionale ed europeo.