Nelle più grandi città, il trasporto a ultimo miglio indica la consegna a domicilio di beni e prodotti da parte delle aziende di spedizione. I veicoli devono addentrarsi nelle aree più interne delle città, aumentando la congestione del traffico e, soprattutto, le emissioni di anidride carbonica che caratterizzano le aree urbane. Così, le principali aziende hanno deciso diverse linee di intervento per provare ad abbattere le emissioni di Co2 e seguire tutta quella linea di rivoluzioni green e sostenibili che ormai caratterizza l’economia mondiale.
I vantaggi dei veicoli elettrici
Le aziende di e-commerce e non, hanno puntato sul trasporto tramite veicoli elettrici per poter abbattere le emissioni di anidride carbonica legate alle consegne dell’ultimo miglio. Addentrarsi nei centri urbani è diventato più facile, se si considera che, ormai, molti comuni hanno allestito nei loro centri le ZTL, ossia le Zone a Traffico Limitato, pensate proprio per escludere dalla circolazione i veicoli a motore endotermico, anche se le disposizioni possono variare da comune a comune, essendo le ZTL dei fenomeni prettamente locali.
In ogni caso, grazie ai veicoli elettrici adottati dalle imprese, le restrizioni legate alle consegne dell’ultimo miglio si sono notevolmente ridotte. Anche se si prendono in considerazione altre iniziative comunali, quali le domeniche ecologiche, pensate per abbattere le emissioni di Co2 in determinate giornate del calendario, le aziende potranno percorrere le tappe intermedie e finali delle loro consegne urbane senza problemi: a patto, ovviamente, di convertire la flotta con veicoli a zero emissioni.
Le nuove tendenze del commerciale
Le città sembrano propendere sempre di più per l’utilizzo di veicoli commerciali leggeri elettrici. Questa tendenza risulta evidente se si considerano almeno due fattori, solo in apparenza slegati tra loro: la pandemia e le spinte green, figlie dirette dell’attenzione all’emergenza climatica, che caratterizzano un po’ tutta l’economia.
Partendo dal covid-19, può sembrare strano che una pandemia che tanto ha intaccato il pianeta possa avere un ruolo chiave in un boom come quello della logistica elettrica. Invece, se si considera come il settore degli e-commerce sia stato gioco forza sfruttato nel momento delle chiusure e dei lockdown, è ovvio che il tema delle consegne dell’ultimo miglio sia diventato particolarmente centrale nei ragionamenti delle aziende.
Questo bisogno crescente di entrare nei centri urbani per terminare le consegne, ha portato le aziende a confrontarsi con le diverse strategie adottate dai vari comuni in termini di mobilità: le ZTL sono soltanto un esempio, a cui possono sommarsi le strisce blu, che solitamente possono essere ignorate dai veicoli elettrici, e tutte quelle disposizioni volte a creare delle zone a emissioni ultra-basse di anidride carbonica.
Da un lato, l’incrocio di queste due tendenze ha portato alla creazione di poli logistici aziendali al confine dei centri urbani. L’idea di fondo è quella di convogliare le merci in questi centri, e da lì partire per l’ultimo miglio urbano con furgoni green full electric. Se per l’arrivo delle merci, che si spostano tramite navi o treni, camion o aerei, non ci sono ancora molte alternative, per lo spostamento e la consegna finali si può agire producendo veicoli commerciali elettrici propri o, al contrario, sfruttando quelli sul mercato.
In questo senso, si rivela essenziale, per le aziende di e-commerce, una collaborazione con quelle case automobilistiche che hanno iniziato o stanno iniziando a produrre veicoli commerciali leggeri elettrici. Giusto per fare un esempio su tutti, Renault si è dimostrata all’avanguardia, con il suo Renault Kangoo elettrico e con Renault Master elettrico.

Mobilità: una questione politica
Pandemia, scelte urbanistiche comunali, boom degli e-commerce: è possibile che dietro il desiderio di una mobilità più green ci siano soltanto fattori legati a scelte locali, economiche o all’emergenza sanitaria? Di certo, l’intreccio tra questi elementi è ormai evidente. Non bisogna tuttavia dimenticare di assumere anche una visione più ampia, almeno a livello europeo, per capire cosa sta succedendo al settore della mobilità, sia essa privata o aziendale.
Le direttive dell’Unione Europea, sulla scorta delle analisi dei dati legati alle emissioni dal 1990 ad oggi, puntano a ridurre il quantitativo di Co2 del 55%, entro il 2030. Un obiettivo ambizioso, perfettamente in linea con l’attenzione dedicata ultimamente ai cambiamenti climatici e alle spinte green che arrivano da più parti per riconfigurare l’economia e le abitudini di produttori e consumatori.
Il raggiungimento di questo traguardo non può che passare attraverso l’imposizione di una più o meno totale riconversione all’elettrico delle nuove produzioni di veicoli, compresi i furgoni per le consegne prodotti per le aziende di e-commerce e per altri usi. Quest’ultimo punto va sottolineato, soprattutto se si considera che furgoni e camion rappresentano oltre la metà delle emissioni di anidride carbonica di tutto il comparto dei trasporti.