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Emissioni di CO2 a zero entro il 2023: l’impatto della richiesta dell’Europa


Qualunque sia la propria propensione a una mobilità sostenibile, l’agenda europea ormai parla chiaro. L’accordo tra Eurocamera e Consiglio UE è una realtà, e le direttive non lasciano spazio a dubbi: stop alle immatricolazioni di veicoli inquinanti a diesel o benzina entro il 2035.

La direttiva europea sulle emissioni di Co2

Il mondo dei veicoli commerciali dovrà adeguarsi a una nuova realtà entro il 2035. In un’assemblea che ha visto 340 voti favorevoli, 21 astenuti e 279 contrari, è stato definito lo stop per l’immatricolazione di veicoli a diesel o benzina entro il 2035. Si tratta di un obiettivo che fa parte di un programma più ampio, il “Fit for 55”, il cui scopo è l’azzeramento delle emissioni di Co2: si tratta di un obiettivo ambizioso, che non può essere raggiunto dall’oggi al domani, come dimostrano le tappe intermedie predisposte dall’agenda europea.

Le prime tappe dell’attuazione della direttiva europea avranno luogo ben prima del giro di boa del 2035. Nel 2025, infatti, è previsto il limite ultimo per la definizione di strategie di analisi specifiche per le emissioni di Co2 sul suolo europeo: in questo senso, dati più precisi saranno elaborati e comunicati in relazione alla mobilità europea, così da avere un primo, importante parametro di riferimento, che permetterà di apprezzare la differenza tra il prima e il dopo.

In questo senso, entro la fine del 2026 l’Europa metterà in campo una strategia efficace per monitorare i consumi di energia e carburante, da un lato, e le reali emissioni di Co2 legate alle mobilità dall’altro, così da poter avere esatta contezza dei miglioramenti che ci si aspetta già nei cinque anni seguenti. La seconda tappa infatti è collocata nel 2030: per quest’anno, l’Europa si pone l’obiettivo di ridurre le emissioni di autoveicoli al 55%, mentre quella dei furgoni ci si aspetta che venga ridotta al 50%.

Le principali eccezioni alla direttiva europea

L’obiettivo ambizioso che l’Europa desidera raggiungere nel 2035 prevede tuttavia una realizzazione in cui non mancano le eccezioni. In primo luogo, viene automatico valutare che lo stop alle immatricolazioni di veicoli a diesel o benzina premierà di riflesso tutta la produzione elettrica. Già nel 2026, però, questo assunto potrebbe essere smentito proprio in virtù della strategia di attento monitoraggio che l’Europa intende assumere: in quell’anno, potrebbe essere valutata positivamente una politica più tollerante verso motori ibridi ed ecocarburanti.

Non da meno, vale la pena ricordare che la parola chiave in questo progetto europeo è “immatricolazione”. Ne consegue che dal 2035 non potranno essere prodotti veicoli e furgoni nuovi a motore endotermico, ma l’usato potrà continuare a circolare: lo stop ai mezzi a diesel e benzina non tocca dunque passaggi di proprietà e mercato dell’usato, almeno al momento attuale.

Tuttavia, un’altra importante eccezione è costituita da quei produttori che immatricolano meno di 10.000 auto l’anno o meno di 22.000 furgoni nello stesso arco di tempo. A questi produttori è concesso di immatricolare mezzi nuovi ad alimentazione tradizionale anche nel 2035: in breve, potranno beneficiare di un anno in più per adeguarsi al nuovo assetto europeo. Quelle case che producono invece meno di 1.000 veicoli all’anno non saranno minimamente toccate dalla normativa.

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Lo stato della produzione elettrica al momento attuale

Com’è logico supporre, le case automobilistiche hanno cominciato già a muoversi. Non è loro intenzione attendere il 2035 per ridurre fino a interrompere la produzione di furgoni elettrici. Proprio per evitare di investire in una linea di alimentazione che si potrebbe ormai definire senza futuro, molte case e gruppi automobilistici hanno cominciato ad adeguare i propri listini, valorizzando in maniera importante l’elettrico. Il tutto, com’è ovvio, a danno di diesel e benzina.

La scelta potrebbe apparire politica, ma in realtà intercetta anche le nuove esigenze dei consumatori e delle aziende, che da diverso tempo sono molto più attenti ai bisogni dell’ambiente. I dati sulle aziende parlano chiaramente, descrivendo una realtà in cui il desiderio di sfruttare veicoli elettrici nella flotta su strada è molto più diffuso rispetto ai privati. Adesso che, tra bonus, investimenti e soluzioni di noleggio a lungo termine, è molto più semplice mettersi alla guida di veicoli commerciali a zero emissioni, è anche più facile appurare come il mondo dell’elettrico abbia fatto passi avanti sotto molti punti di vista, dall’abbattimento del costo delle batterie fino alla maggiore diffusione delle colonnine di ricarica.

Proprio per cavalcare l’onda di vantaggi garantita dalla politica europea e dalle scelte di consumatori privati e aziendali, le case automobilistiche arriveranno all’elettrico molto prima del 2035. Il caso di Citroen è emblematico, poiché punta alla completa elettrificazione entro il 2025, con una particolare attenzione proprio ai veicoli commerciali e-Berlingo ed e-Jumper, che fanno degna compagnia all’e-Jumpy.

Non è da meno il marchio Peugeot, che inizia la sua completa elettrificazione proprio dai furgoni: a ogni veicolo commerciale, già da qualche anno è affiancato un gemello elettrificato, proprio in vista della transizione alle zero emissioni che si scorge ormai concretamente all’orizzonte. Forse più lenta, ma non meno decisa, è la politica di Renault, che punta a elettrificare il 65% della sua produzione entro il 2025: un’ottima base, in ogni caso, in vista di quel 100% desiderato dall’agenda europea per il 2035.

Ancora più ambiziosa è la strategia del gruppo Volkswagen, che punta alla completa neutralità climatica per la sua produzione entro il 2050, guardando molto oltre la conversione all’elettrico del proprio listino. La sua posizione potrebbe però essere insidiata da Hyundai, che si prefigge di arrivare allo stesso livello di neutralità entro il 2045, pur restando operativa su altri mercati con veicoli a benzina, oltre che a idrogeno o elettrici.

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Category: Normative furgoni

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