Con l’abolizione della scheda carburante sono in arrivo grosse novità per i trasportatori con partita IVA: dal 1° luglio di quest’anno si possono. infatti, buttare le vecchie e care “schede benzina”, quelle che, quando ci si fermava a fare il pieno, si portavano alla cassa per farle timbrare negli appositi spazi, con l’obiettivo di portare in detrazione le spese relative ai rifornimenti.
Dalla prossima estate i pagamenti devono essere tracciabili, ovvero effettuati con carta di credito o di debito, visto che dal benzinaio pagare con assegni o bonifici non pare proponibile, almeno se si desidera detrarre i costi connessi ai propri spostamenti. A fronte del pagamento con idonei strumenti, il gestore dell’impianto di distribuzione di carburanti è obbligato a rilasciare la fattura elettronica.
La notizia, a dire il vero, non è stata accolta benissimo, soprattutto da chi al volante macina tanti chilometri per lavoro e deve fare i conti con cifre importanti alla fine dell’anno.
Cerchiamo, dunque, con questo articolo, di capire bene perché, come e quando cambieranno le cose nel momento in cui verrà effettivamente introdotta l’abolizione della scheda carburante.
Perché bisogna dire addio alla scheda carburante?
Partiamo dal perché, prima di addentrarci nei meandri delle nuove procedure. Molto semplicemente l’abolizione della scheda carburante è una misura introdotta per contrastare l’evasione all’IVA e la tendenza di alcuni “furbetti” di più farsi detrarre spese più di quante legalmente è possibile fare.
Non è così inusuale, infatti, la pratica di farsi mettere qualche timbro da un benzinaio compiacente, quando si avvicina il periodo della Dichiarazione dei Redditi, e di conteggiare spese che effettivamente non si sono sostenute.
Bisogna, infine, aggiungere, per amor di onestà, che dal 1° gennaio 2019 la fattura elettronica sarà obbligatoria per tutti e dal 2015 è già imposta ai professionisti titolari di partita IVA che forniscono beni e servizi alla Pubblica Amministrazione.
Si tratta, in fondo, di un anticipo di sei mesi rispetto alla tabella di marcia generale, anche se ciò non toglie che il mondo dei professionisti del trasporto sia già entrato in subbuglio.
Cos’è la fattura elettronica?
Cos’è, però, con esattezza la fattura elettronica? Si tratta di una fattura che viene “scritta” in formato elettronico – con estensione XML – e non più cartaceo; l’obiettivo di questa rivoluzione è di rendere unico e irripetibile il documento, al fine di garantire l’autenticità, sia dell’identità dell’intestatario che della data di emissione.
Ciò comporta, ovviamente, che tutto il sistema informatico degli enti e dei soggetti coinvolti venga adeguato alle richieste, in quanto, per permettere al contribuente di emettere una fattura elettronica gli devono essere forniti gli strumenti corretti, ovvero entità, pubbliche e private in grado di fornire firme digitali verificate e un Sistema d’Interscambio in grado di consentire la generazione, l’invio e la conservazione delle fatture elettroniche emesse.
Cosa cambia alla pompa di benzina?
Dal 1° luglio, quindi, ogni volta che pagheremo il pieno di carburante del nostro mezzo di trasporto, i benzinai saranno obbligati a rilasciare, se richiesta, la fattura elettronica, che sarà l’unico documento valido per poter ottenere la detrazione fiscale.
Il problema finale, quindi, ricade, come sempre, sul contribuente, il quale sarà obbligato a pagare il rifornimento con una transazione che sia tracciabile e riconducibile al numero di fattura.
È finita l’era dei contanti e del timbro messo al volo, per dirla chiaramente.
I primi a doversi adeguare, nei fatti, a causa dell’abolizione della scheda carburante sono, ovviamente, i benzinai, i quali sono obbligati a dotarsi degli strumenti necessari per rilasciare la documentazione richiesta dai clienti; importante, però, sottolineare che ai gestori di impianti di distribuzione di carburanti verrà riconosciuto un credito d’imposta pari al 50% del totale delle transazioni eseguite dal 1° luglio 2018, cifra che potrebbe rivelarsi anche abbastanza cospicua.
Carte di pagamento prepagate: vantaggi e svantaggi
I professionisti dei trasporti, invece, e tutti quei contribuenti con partita IVA che hanno il blocchetto delle schede benzina nel cruscotto, dovranno accertarsi di essere in possesso di uno strumento elettronico di pagamento con cui effettuare la transazione, ossia una carta di debito, una carta di credito o una prepagata.
Ecco, quindi, che avanza, forse, il business delle carte ricaricabili che vengono fornite dalle varie compagnie petrolifere, possono essere utilizzate esclusivamente per il pagamento del carburante e danno diritto a una fattura elettronica riepilogativa ogni mese.
Vista così potrebbe anche non sembrare così tragica, sinceramente, ma non possiamo fare a meno di temere che siano in arrivo novità spiacevoli, come costi aggiuntivi per la gestione della carta, importi minimi di ricarica o di rifornimento, nonché, the last but not the least, l’obbligo di doversi rifornire presso determinati distributori o di dover avere carte prepagate diversificate se si affrontano viaggi lunghi o non ci si può recare presso il proprio benzinaio di fiducia.
E voi, cari lettori, voi che passate al volante la vostra giornata di lavoro e quando vi fermate per fare una pausa avete voglia di tutto tranne che di sottostare a rigide regole burocratiche, cosa ne pensate?